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Il rapporto tra uomo e natura è un confine sottile e sublime. Appartengono l'uno all'altro, anche se di forma diversa. Inoltre, mentre il primo è limitato e abusivo, il secondo è immenso e generoso. Nei dipinti di Paolo Rossetto diventano uno, inseparabile e suggestivo. Quest'idea non può che prendere origine dal mito di Ovidio di Dafne trasformato in un albero di alloro per sfuggire al corteggiamento del dio Apollo, ma la tensione è completamente nuova. "Nell'umidità di un saluto selvaggio / i piedi che si attorcigliano in brune / lei sente e da loro un tronco che sale / che le gambe sulle cosce / include e di pelle fa buccia / e dove il fiore della verginità / un nodo inviolabile lega". Mentre questi versi di Gabriele D'Annunzio rendono evidente tutta la meraviglia e il terrore della ninfa che osserva la metamorfosi del proprio corpo, la trasformazione è serena, accettata, compiuta nelle opere pittoriche.